Palermo, 30 maggio 2019 – “Nella seduta di ieri, mercoledì 29 maggio, è stata approvata dall’ARS la norma che regolamenta i marina resort, mentre è quasi pronto per l’approvazione il DDL sulla pesca mediterranea; entrambi i provvedimenti vedono ancora una volta protagonista il Partito Democratico”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive e cofirmatario di entrambi i provvedimenti.
Siracusa, 27 maggio 2019 – “Considerando da dove eravamo partiti, reputo abbastanza positivo per il PD il risultato delle elezioni europee appena concluse”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, commentando i dati definitivi delle recenti consultazioni europee.
Siracusa, 23 maggio 2019 – “Sulle bonifiche industriali dell’area di Priolo Gargallo e Milazzo si riparte dall’APQ del 2015, previsto un impegno di 65 milioni di euro”.
Ne danno notizia l’On. Giovanni Cafeo e l’On. Fausto Raciti, deputato regionale e nazionale del PD, autori lo scorso aprile di un sopralluogo nella penisola Magnisi di Priolo Gargallo, sito di interesse storico e archeologico contaminato però da ceneri di pirite.
Siracusa, 15 maggio 2019 – “La direzione del Centro per l’Impiego provinciale di Siracusa sta avviando una ricognizione in tutto il territorio, al fine di avere un quadro completo della situazione riguardante l’afflusso e la gestione dei diversi recapiti comunali”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, rispondendo all’appello del consigliere comunale di Priolo Gargallo Alessandro Biamonte.
Siracusa, 9 maggio 2019 – “I termini per il bando di gara indetto dalla Regione per la gestione del depuratore consortile di Priolo Gargallo sono scaduti e la gara è andata deserta”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
Onorevoli colleghi,
la Regione Siciliana è classificata tra le regioni meno sviluppate dell’Unione europea nell’attuale ciclo di programmazione dei fondi europei, 2014-2020, poiché il reddito medio pro capite della popolazione è inferiore al 75% della media europea. Si tratta della medesima classificazione che è stata attribuita alla nostra Regione nel periodo 2007-2013 (durante il quale il nostro territorio rientrava nell’obiettivo Convergenza) e nel periodo 2000-2006 (Obiettivo 1), cioè da quando esiste la politica di coesione economica e sociale.
Nonostante gli sforzi dell’Amministrazione regionale e le norme approvate da questo Parlamento si può affermare senza timore di smentita che la capacità di spendere i fondi europei da parte della Regione Siciliana presenta ampi margini di miglioramento sotto il profilo dell’assorbimento ma soprattutto per quanto concerne la qualità degli interventi.
Occorre promuovere una maggiore partecipazione della cittadinanza tutta nelle fasi di programmazione ed attuazione dei Programmi Operativi Regionali (cd. POR) o nei Programmi di Sviluppo Rurale (cd. PSR). Parallelamente è necessario avviare dei percorsi di avvicinamento degli Enti Locali al mondo dei finanziamenti dell’Unione europea, sia diretti che
indiretti.
I risultati dei cicli di programmazione che si sono sin qui succeduti impongono un ripensamento delle logiche di funzionamento. L’intervento di questo Parlamento, si ritiene, deve rivolgersi ad un miglioramento della cultura della cittadinanza europea che si concretizzi nella realizzazione di una osmosi tra chi programma e chi utilizza i fondi. Solo con un reale coinvolgimento dei destinatari finali sarà possibile la definizione di Programmi realmente orientati ai bisogni del territorio.
A tale scopo è imprescindibile la realizzazione di snodi territoriali decentrati rispetto alla sede dei Dipartimenti regionali che svolgono il ruolo di Autorità di Gestione dei Programmi europei. Luoghi dove possano concentrarsi risorse umane specializzate che conoscano i regolamenti e le direttive europee e sappiano promuoverle presso la cittadinanza e che sappiano nel contempo recepire le istanze che sorgono a livello locale e convogliarle in fabbisogni di sviluppo. Tale passaggio è fondamentale per incrementare la qualità e la quantità di progetti per i quali viene richiesto il supporto dei fondi europei. Spesso, infatti, progetti non adeguati sono alla base di tempi di realizzazione incompatibili con le tempistiche della programmazione europea. Ma una assistenza tecnica decentrata a livello locale potrebbe intervenire a correggere sul nascere eventuali difetti di impostazione, stimolare la progettazione in quegli ambiti in cui l’Unione europea concentra i finanziamenti, supportare coloro che, meno esperti, hanno bisogno di un supporto per comprendere le norme e le logiche proprie del funzionamento dei singoli fondi. La platea di destinatari di un tale intervento, quindi, potrebbero essere molto ampia sino ad includere imprenditori, studenti, cittadini, insegnanti, funzionari pubblici e via dicendo.
a) diffusione di informazione sulle opportunità derivanti dai finanziamenti europei a valere su risorse dei Programmi regionali, nazionali e delle Direzioni generali della Commissione europea;
b) accompagnamento alla progettazione sui bandi di cui alla lettera a) destinati sia ad Enti locali che a privati cittadini per fare sì che i progetti rispettino i criteri di ammissibilità e le norme previste dai pertinenti Regolamenti europei;
c) informazione, orientamento ed assistenza tecnica alla progettazione per l’avvio di nuove imprese o il rafforzamento competitivo di quelle esistenti;
d) su richiesta degli Enti locali del territorio di competenza dello snodo amministrativo, interventi di assistenza tecnica dedicata per la risoluzione di problematiche specifiche connesse alla programmazione o all’attuazione di progetti a valere su bandi o avvisi finanziati con Fondi ESI;
e) formazione di base e specialistica nel campo del diritto dell’Unione europea e delle tecniche di accesso ai finanziamenti europei;
f) punto di contatto con il Polo europeo di consulenza sugli investimenti come definito dal Regolamento (Ue) 2015/1017 del 25 giugno 2015;
g) alimentazione del portale dei progetti di investimento europei come definito dal Regolamento (Ue) 2015/1017 del 25 giugno 2015;
h) punto di contatto per l’attuazione dei programmi di assistenza tecnica promossi dalla Commissione europea per fornire alle Pubbliche Amministrazioni nazionali supporto tecnico per attuare programmi di riforme;
i) seminari e convegni per sensibilizzare la cittadinanza sui temi all’ordine del giorno dell’agenda politica ed economica dell’Unione quali, ad esempio, la coesione economica e sociale all’interno dell’UE, la cittadinanza attiva all’interno dell’Unione europea, l’istituzione di una società basata sulla conoscenza nonché sui temi caratterizzati da un elevato tasso di innovazione e riconducibili alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale . I temi oggetto di informazione possono emergere anche mediante sollecitazioni provenienti dallo specifico contesto territoriale in cui è presente lo snodo amministrativo.
Onorevoli colleghi,
il presente disegno di legge riguarda l’istituzione dello Sportello Unico per la Famiglia (SUF) quale punto unico di interlocuzione dei cittadini per le tutte le problematiche che attengono alle fragilità delle famiglie comprese le pratiche ed i procedimenti amministrativi.
L’idea di fondo consiste nel rendere il SUF, al pari di quanto avvenuto per il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) e per il SUE (Sportello Unico Edilizia) nelle specifiche materie il punto unico di interlocuzione dei cittadini per le tutte le problematiche (e quindi le relative pratiche e procedimenti amministrativi) che affliggono il medesimo nucleo familiare. Sul punto, si rileva come nell’ordinamento giuridico siano stati effettuati alcuni interventi volti alla semplificazione amministrativa, sul versante dello sviluppo economico, ma non si registrano iniziative volte a fronteggiare la urgente necessità di dare punti di riferimento certi ai cittadini indigenti, malati, deprivati nel loro pieno benessere psicofisico.
L’essenza dell’intervento è quella di operare una semplificazione che miri a ridurre il generale e fisiologico disorientamento che vivono oggi i soggetti e le relative famiglie afflitti da deprivazione sociale, materiale e sanitaria. Esiste, infatti, una ambiguità di fondo sul tema della famiglia legata al fatto che la Costituzione italiana, da un lato, contiene diversi
articoli che tutelano e promuovono la famiglia, enfatizzandola come soggetto privato e sociale, ma, sotto altro correlato profilo, la stessa viene sistematicamente trascurata dalle Istituzioni tanto da arrivare a rovesciare il principio di sussidiarietà: non è lo Stato che sussidia le famiglie, ma sono le famiglie che sussidiano lo Stato attraverso un’onerosa pressione fiscale, che spesso non scaturisce nemmeno in un adeguato livello di welfare. In altre parole, la particolare attenzione dedicata dalla Costituzione alla famiglia stona con l’estrema povertà di interventi attuativi, sia nella qualità che nella quantità o, in altri casi, con la frammentarietà delle risposte o delle prese in carico da parte della Pubblica amministrazione.
Si ritiene, quindi, doveroso un intervento del Parlamento su questo tema.
Nello specifico, si ritiene che la macchina amministrativa pubblica debba dotarsi di sportelli che siano appunti unici e facilmente riconoscibili per le famiglie, dotati di una cartella socio-sanitaria digitale unica e di un unico casellario delle prestazioni, non solo economiche ma anche sociali e sanitarie (anche con fini anti speculativi), che consenta ad ogni sportello competente per territorio di leggere e analizzare globalmente la situazione del nucleo familiare in difficoltà, per intervenire in modo appropriato e tempestivo. A tal uopo, il punto di partenza non può che essere una integrazione delle piattaforme informatiche esistenti e dei relativi dati a partire dal casellario delle prestazioni economiche dell’INPS.
Lo Sportello Unico per la Famiglia riunisce ed integra i servizi sociali comunali, i servizi di accesso alle prestazioni e valutazioni sanitarie coinvolgendo una ‘riformata’ medicina generale di base, i servizi per l’impiego, gli Istituti di Istruzione e Formazione (nei casi in cui ci siano figli minori componenti il nucleo familiare) sulla base della logica per la quale le
povertà e i ‘disagi’, compresi quelli educativi, non sono e non possono essere trattati a ‘pezzi’ o a compartimenti stagni, viste le loro naturali interconnessioni. Ciò nella consapevolezza che la deprivazione materiale crea una spirale che tende a riprodurre sé stessa: cause e conseguenze della povertà si confondono, toccando diverse dimensioni e diritti e creando fragilità multiple come, per esempio, povertà educativa, sanitaria o, peggio, deprivazione materiale che affligge i minori.
Il modello proposto, quindi, è quello del welfare comunitario, ispirato al concetto di sussidiarietà circolare (cittadino, Stato, privato profit e privato sociale) e al principio di reciprocità, che generi buone pratiche a favore delle famiglie, attraverso un pieno coinvolgimento di queste ultime nel dialogo con le Istituzioni.
Lungi dal proporre a questo Parlamento uno strumento che non sia stato già collaudato si vuole sottolineare come la proposta qui avanzata rappresenti un una evoluzione e declinazione istituzionale (indi pubblica) dei Punti Famiglia sperimentati con successo sul territorio nazionale, nell’ultimo decennio, dalle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani). In particolare, tale modello di risposta ai bisogni delle famiglie, che ha ottenuto il sostegno del cinque per mille a seguito della positiva valutazione da parte del Dipartimento Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si caratterizza per un approccio induttivo poiché mira, primariamente, a rispondere alle esigenze emergenti a livello di singoli individui. Si osserva, infine, come lo sviluppo ulteriore del modello richieda, oggi, un intervento a livello regionale cioè l’ambito deputato a fornire una risposta alle esigenze di natura socio-assistenzialesanitaria alla popolazione.
a) ‘famiglia’: si adotta una definizione ampia di famiglia. In tal senso, il concetto include tanto la società naturale fondata sul matrimonio, ex articolo 29 della Carta costituzionale italiana, quanto la ‘famiglia nucleare’, composta dai coniugi e dai figli, ma anche dagli ascendenti e discendenti conviventi presso la stessa dimora purché parenti entro il quarto grado.
Infine, nella definizione adottata, sono incluse tanto le ‘famiglie mononucleari’ quanto le coppie di fatto;
b) ‘casellario unificato delle prestazioni socioassistenziali’: si tratta della raccolta delle cartelle sociali di tutti i nuclei familiari presenti su territorio della Regione Siciliana. A regime il
casellario deve essere gestito esclusivamente mediante una piattaforma elettronica;
c) ‘cartella sociale’: si tratta della raccolta storica dei dati inerenti a bisogni espressi da una famiglia e dei servizi di cui la stessa ha usufruito. Tali dati comprendono informazioni inerenti ad ogni intervento derivante dall’attuazione delle politiche sociali, lavorative, abitative, sanitarie e scolastiche di cui ha usufruito la famiglia. A regime la cartella sociale deve essere informatizzata e fornire in modo integrato le informazioni acquisite dal sistema sanitario, dell’istruzione e dei centri per l’impiego;
d) ‘assistenza burocratica’: consiste nel servizio di diffusione di informazioni adeguate a consentire ai potenziali beneficiari di usufruire delle misure agevolative in vigore;
e) ‘orientamento nelle cure’: comporta un’attenzione alla salute in senso più ampio rispetto al tema della malattia, riguardando anche interventi di prevenzione o volti a garantire il benessere di tutti i membri della famiglia, tenendo in debita considerazione il contesto economico e sociale del nucleo;
f) ‘SSR’: Sistema sanitario regionale;
g) ‘ospedali di comunità’: si tratta di strutture che erogano assistenza sanitaria di livello intermedio tra l’assistenza domiciliare e quella ospedaliera a favore dei malati cronici; per questi ultimi, pur se provenienti da una struttura ospedaliera, non sussiste la necessità di un ricovero permanente ma è richiesta un’assistenza sanitaria per la cui erogazione il contesto familiare risulta inadeguato in termini di attrezzature e competenze specialistiche richieste;
h) ‘corsi di formazione di primo soccorso’: sono intesi come corsi brevi, della durata di 12 ore, che consentono di acquisire competenze per allertare correttamente il sistema di soccorso, riconoscere una emergenza sanitaria, attuare gli interventi di primo soccorso, utilizzare un defibrillatore;
i) ‘PUA’: acronimo di Porta Unitaria di Accesso, rappresenta una modalità organizzativa che prevede una integrazione ed un raccordo stabile dei diversi punti e nodi di accesso sanitario e sociale a cui il cittadino si rivolge, eliminando duplicazioni e sovrapposizioni.
a) legge 328/2000;
b) sistemi di sussidiarietà per i quali interagiscono
le amministrazioni comunali e i diversi soggetti del
territorio;
c) livelli essenziali delle prestazioni per la non
autosufficienza;
d) adeguatezza economica del Reddito di Inclusione
(REI/ RdC).
a) assistenza burocratica sui servizi socioassistenziali;
b) orientamento nelle cure, anche nel rapporto con le istituzioni già esistenti, e nella prevenzione di malattie croniche o oncologiche;
c) rilevazione del divario tra domanda ed offerta di servizi per il territorio di competenza. In particolare: differenza tra numero posti in asilo nido pubblico rispetto a quelli richiesti; differenza tra le richieste di assistenza domiciliare a favore di anziani non autosufficienti ed interventi evasi a carico del SSR; differenza tra il numero di richieste di asili nido aziendali e numero di posti resi disponibili dalle aziende operanti sul territorio di competenza del SUF;
d) corsi di formazione di primo soccorso all’interno del territorio di competenza e concessione in uso di defibrillatori;
e) animazione e doposcuola per bambini;
f) attività ricreative per adolescenti;
g) supporto alla genitorialità;
h) supporto psicologico.
Onorevoli colleghi,
il presente disegno di legge riguarda la promozione di un modello economico innovativo, noto come ‘economia circolare’. Nell’ultimo decennio la nozione di economia circolare ha guadagnato rilevanza a livello globale per la sua capacità di contrapposizione al classico sistema economico lineare il quale, per sua stessa natura, sta mettendo a dura prova le capacità sostentative del nostro pianeta. Basandosi sull’innovazione dei sistemi produttivi e sulla rivalutazione dei prodotti (sia tecnici che biologici) un’economia circolare mira, attraverso l’innovazione tecnologica e una migliore gestione delle risorse, a rendere le attività economiche più efficienti e meno impattanti per l’ambiente. La transizione verso un’economia efficiente nell’uso delle risorse, a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici costituisce la rinnovata sfida a livello mondiale per raggiungere una crescita sostenibile ed inclusiva. Con una popolazione mondiale di più di 9 miliardi di persone prevista per il 2050 e la rapida crescita economica dei paesi in via di sviluppo, la domanda di risorse naturali, in particolare di materie prime, si prevede continuerà a crescere in maniera esponenziale nei prossimi decenni. Tale tendenza determinerà anche un aumento degli
impatti ambientali e climatici qualora non si adottino politiche e misure per un uso più efficiente delle risorse.
In questo contesto, la diffusione di un modello circolare di produzione e consumo costituisce un elemento di importanza strategica per raggiungere gli obiettivi globali di sostenibilità e rappresenta al contempo un fattore per rilanciare la competitività del nostro territorio.
Il modello dell’economia circolare mira al miglioramento delle dimensioni socio-economiche, ambientali e culturali del nostro territorio attraverso l’implementazione e divulgazione dei suoi principi fondatori. Esso rappresenta un’opportunità per:
a) la diffusione di nuovi modelli di business;
b) la creazione di un nuovo network tra e per le imprese ed i professionisti;
c) promuovere le eccellenze del territorio operanti all’interno di un’economia circolare;
d) creare nuove tipologie di occupazione;
e) affrontare in maniera sistemica temi come le smart cities, la sharing economy, la green economy;
f) offrire una occasione di formazione su temi innovativi per università, scuole e privati.
Quando parliamo di economia circolare dobbiamo avere la capacità di immaginare nuovi scenari, nuove tecnologie e nuovi prodotti su un orizzonte temporale e spaziale molto più ampio di quello ordinario. Il binomio impact-performance non deve essere più limitato al normale ciclo di vita del prodotto ma dovrebbe essere pensato fin dall’origine in una perpetuazione del ciclo stesso che passa dal riuso, dal riciclo a fine vita e, quindi, dalla creazione di nuove occupazioni. In tale contesto, lo studio della recuperabilità dei materiali o della possibilità di assemblare i prodotti diventano centrali e costituiscono una sfida importante per chi è chiamato a fare innovazione, anche dando impulso a nuove economie
creative, solidali, verdi e della conoscenza. Un modello di economia circolare può portare benefici a tutti i settori produttivi del nostro territorio, come quello industriale o agricolo, per citarne alcuni.
La sostenibilità ambientale e l’innovazione sono tematiche che oggi, divulgandosi sempre più, rappresentano una grande scommessa per favorire una prosperità durevole e migliorare il benessere di un territorio e dei cittadini che vi abitano. Si ritiene che attraverso la sensibilità collettiva ed il dialogo si possa attivare la necessaria cooperazione con gli organi istituzionali ed attori privati nel campo economico e sociale per favorire un modello di economia circolare. Sviluppare tali potenzialità coinvolgendo attori nazionali ed internazionali rappresenta uno degli elementi essenziali per lo sviluppo del nostro territorio.
Per ottenere tale obiettivo è opportuno istituire percorsi di promozione di tale modello, finalizzati a promuovere i benefici che lo stesso potrebbe apportare al nostro territorio nonché alle realtà economiche che operano già nel contesto di un’economia circolare ma che, nella maggior parte dei casi, non godono di un adeguato livello di diffusione presso la collettività.
Sulla base delle analisi svolte, si ritiene che per raggiungere lo scopo risulta essenziale istituire un ‘Osservatorio regionale euro-mediterraneo sull’economia circolare’. Più precisamente, si tratta di un organo al quale sarà affidato il compito di rilevare, stimolare e monitorare tutte quelle attività e progettualità che mirano all’implementazione e divulgazione di un modello di economia circolare sul nostro territorio. Tale azione dovrà poi essere affiancata dall’attivazione di strumenti che possano supportare adeguatamente
l’osservatorio nella gestione di un modello economico afferente all’economia circolare sul territorio.
L’osservatorio regionale dovrà godere di un riconoscimento istituzionale adeguato a promuovere il modello dell’economia circolare sul nostro territorio ma anche, vista la posizione geografica strategica in cui si colloca la Regione Sicilia, un ruolo di impulso
inerente alle tematiche connesse all’economia circolare su un ambito euro-mediterraneo.
Onorevoli colleghi,
il presente disegno di legge riguarda la promozione di specifiche azioni per la risoluzione di alcune problematiche che ostacolano una rapida istituzione delle Zone economiche speciali (ZES) o che possono comportare l’esclusione dalla perimetrazione delle stesse di porzioni del territorio regionale caratterizzate da rilevante potenziale di sviluppo socioeconomico.
E’ necessario premettere che le ZES possono davvero rappresentare uno strumento adeguato per l’attivazione di alcuni specifici percorsi di crescita economica come evidenziato da molteplici evidenze pratiche. A titolo meramente esemplificativo, si richiama l’ultimo rapporto Svimez che affronta il caso delle ZES polacche nelle quali dal 2005 al 2016 il flusso di investimenti si è incrementato da un miliardo di euro a 2,8 miliardi e, parallelamente, l’occupazione è cresciuta da 74.600 unità sino a 309.000. Per poter promuovere anche in Sicilia analoghi percorsi di crescita è ormai evidente che bisogna intervenire su due leve: in primis, occorre creare meccanismi estremamente efficaci dal punto di vista burocratico per favorire l’istituzione di regole chiare e di rapida attuazione per promuovere l’accoglienza delle imprese che investiranno nelle ZES;
in secondo luogo bisogna attivare meccanismi volti a diffondere in porzioni di territorio più ampie quello sviluppo economico che, si auspica, verrà realizzato all’interno delle ZES. Se questo secondo obiettivo ha un orizzonte temporale di medio-lungo termine, il primo obiettivo deve essere promosso con maggiore vigore ed in tempi rapidissimi.
Considerato che:
Alla luce delle superiori premesse si propone l’approvazione del presente disegno di legge il cui scopo è quello di dotare il Presidente della Regione di una leva da attivare nei casi in cui i tempi della burocrazia possano tradursi nell’ennesima occasione di sviluppo mancato. Il Presidente della Regione, infatti, in qualità di organo deputato alla presentazione della
proposta di istituzione delle ZES, rappresenta il soggetto che detiene la visione più ampia in ordine alle potenzialità delle suddette ZES e, allo stesso tempo, dispone di adeguati elementi per valutare la densità dei vincoli ambientali che potrebbero ostacolare l’inclusione di alcune specifiche aree territoriali nel perimetro delle ZES.
a) aree destinate allo svolgimento di attività produttive (cd. aree ASI): sono le aree appartenenti al Piano Regolatore d’area redatto dall’Istituto Regionale per lo sviluppo delle attività produttive IRSAP disciplinato dalla legge regionale 12 gennaio 2012, n. 8 e s.m.i.;
b) zone economiche speciali (ZES): si tratta, come previsto dall’articolo 4, comma 2, del decreto-legge n. 91 del 2017, di una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei
trasporti (TEN-T);
c) area portuale : un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013, sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti e che abroga la decisione n. 661/2010/UE (TEN T);
d) cabina di regia : si tratta dell’organo istituito con la delibera di Giunta n.145 del 28.03.2018 avente con il compito di elaborare la proposta di istituzione della ZES, da inoltrare al Presidente del Consiglio dei Ministri, corredata dal piano di sviluppo strategico (PSS);
e) piano di sviluppo strategico (PSS): si tratta di un piano che tiene conto dei criteri e degli obiettivi di sviluppo perseguiti con l’istituzione della ZES, nonché delle forme di coordinamento, ove necessarie, con la pianificazione strategica portuale. Il contenuto minimo dello stesso è definito all’articolo 6 del Regolamento recante istituzione di ZES (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 gennaio 2018, n. 12);
f) piano paesaggistico : si tratta di un piano approvato a livello regionale in attuazione del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. e del Codice dei beni culturali e del paesaggio della Regione siciliana.
Onorevoli colleghi,
il presente disegno di legge riguarda la promozione presso la cittadinanza tutta di uno stile di vita corretto basato sull’esercizio fisico ma è rivolto, più in particolare, a coloro che presentano problemi di salute per i quali, intervenendo in momenti precoci della manifestazione della malattia, sarebbe possibile prevenire un peggioramento della stessa con grandi
benefici, innanzitutto, per il benessere della persona ed, in secondo luogo, una notevole riduzione dei costi a valere sul sistema sanitario.
Per ottenere tale obiettivo è opportuno istituire percorsi assistenziali integrati, finalizzati a sperimentare modalità innovative di presa in carico di pazienti affetti da problemi di salute largamente diffusi nella popolazione.
Sulla base delle analisi svolte, si ritiene che per raggiungere lo scopo un ruolo cruciale possa essere svolto dalle palestre. Più precisamente, si tratta di promuovere uno stile di vita sano in sinergia con il Servizio Sanitario Regionale mediante la realizzazione di collaborazioni tra la Regione siciliana e le palestre sia pubbliche che private. Tale azione deve essere poi affiancata da azioni di informazione dei cittadini, da un lato, e di formazione tanto dei titolari delle palestre quanto dei tecnici che operano all’interno delle stesse al fine di contrastare l’uso improprio ed inutile di farmaci, integratori alimentari e sostanze psicoattive in ambito sportivo e di promuovere un’alimentazione salutare e dei comportamenti orientati al benessere psicofisico.
La ricerca medica negli ultimi anni ha prodotto una grande quantità di dati in base ai quali si può affermare in modo definitivo che l’attività fisica regolare esercita un’importante funzione per il mantenimento di un buono stato di salute e per la prevenzione di numerose malattie croniche non trasmissibili, con particolare riferimento alle patologie cardiovascolari. Si può, quindi, sostenere che l’attività fisica, se svolta correttamente, riduce la morbilità e la mortalità per diverse malattie di grande rilevanza socio-sanitaria tra cui la
cardiopatia ischemica, l’ipertensione, il diabete, l’obesità, l’osteoporosi, la depressione ed alcune forme tumorali. Per converso, un ridotto livello di attività fisica è correlato con l’insorgere di diverse tipologie di malattie, alcune forme di disabilità ed altre patologie che riguardano il sistema muscolare e quello nervoso.
Lo svolgere un’attività fisica con regolarità è generalmente consigliabile a tutti ma soprattutto alle persone sedentarie, tenendo conto che la tendenza alla sedentarietà comincia a manifestarsi fin dall’adolescenza per raggiungere il picco massimo nella terza età. La sedentarietà ha una notevole importanza nella diminuzione dell’autonomia delle persone e nell’insorgenza e/o aggravamento di numerose patologie croniche con conseguente ricaduta sui costi per l’assistenza sia sociale che sanitaria. Uno stile di vita sedentario, a qualunque età, porta a poco a poco all’isolamento dal contesto della vita sociale; questo allontanamento comporta, in particolare nella terza età, un grave rischio per il mantenimento della
propria autonomia ed autosufficienza.
Di contro, l’attività fisica, soprattutto quando viene esercitata all’aperto e ancor più quando si svolge in gruppo, contribuisce in modo rilevante all’integrazione sociale ed alla creazione di nuovi legami di amicizia e solidarietà oltre che portare a dei miglioramenti della funzione cardiaca, della pressione arteriosa, del metabolismo lipidico e glucidico, del rapporto tra massa muscolare e massa adiposa, del tono muscolare e della capacità di equilibrio, senza dimenticare gli importanti effetti benefici a livello psicologico, con miglioramento in
particolare dell’umore e dell’auto-stima.
Vi sono poi molte evidenze sull’efficacia dell’esercizio fisico anche nelle diverse condizioni patologiche ed esistono esperienze riguardanti l’uso corretto di questo nuovo strumento nella pratica clinica. La sua introduzione nella pratica clinica richiede tuttavia di approntare concrete modalità organizzative all’interno delle quali possano avvenire sia una prescrizione di attività fisica personalizzata in base alle caratteristiche del singolo individuo, sia la sua somministrazione attraverso percorsi che garantiscano il raggiungimento ed il mantenimento nel tempo dei livelli di attività prescritta.
L’obiettivo è quello di attivare un circuito regionale di palestre e di strutture sportive, certificate ed istituzionalmente riconosciute, con azioni formative, condivisione di valori etici ed un sistema di valutazione della qualità degli interventi. Tali palestre e strutture sportive, che saranno attive in convenzione con il Servizio Sanitario regionale, verranno individuate in base a caratteristiche strutturali idonee ad accogliere e trattare, con personale specializzato ed opportunamente formato, pazienti che possono ridurre i fattori di rischio o
trarre beneficio per la propria condizione patologica attraverso un’attività fisica opportunamente prescritta e somministrata.
ARS, approvato il DDL sulle Politiche Giovanili, soddisfazione dell’On. Cafeo
Palermo, 18 aprile 2019 – “Con l’approvazione della legge sulle Politiche Giovanili, avvenuta nel corso della seduta di ieri dell’ARS, la Regione Siciliana colma finalmente un gap di quasi 40 anni”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, cofirmatario del provvedimento insieme all’On. Catanzaro, primo firmatario, e all’On. Sammartino, presidente della V Commissione.
Palermo, 17 aprile 2019 – “Questa mattina, nel corso della riunione congiunta della V Commissione ARS Cultura, Formazione e Lavoro e la VI, Salute, Servizi Sociali e Sanitari, è stato approvato l’emendamento sulla stabilizzazione del personale tecnico-amministrativo del comparto Sanità”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
“Vogliamo lavorare alla costruzione di sistema capillare di supporto alle la famiglia, che anche attraverso l’istituzione di un punto di riferimento multi-tematico miri alla semplificazione del sistema di accesso alle misure di sostegno ed assista le fasce più fragili della società”. Giovanni Cafeo parlamentare regionale PD ha illustrato così, nel corso di una conferenza stampa la proposta di legge appena presentata all’Ars che prevede l’istituzione di uno Sportello Unico per la famiglia.
“Questo disegno di legge – ha spiegato Cafeo – ha l’obiettivo di semplificare il quadro normativo, e nasce dopo un confronto con chi rappresenta interessi organizzati, ad iniziare da Acli ed Anci. Specie in un momento nel quale il tema della famiglia rischia di dividere nuovamente l’opinione pubblica, è importante creare una cerniera fra la politica e la società. Vogliamo creare uno sportello unico al quale potersi rivolgere per ottenere tutti i servizi che riguardano la famiglia: dalla scuola alla sanità all’assistenza sociale, giusto per citare i principali servizi, è importante offrire un solo interlocutore ed evitare all’utenza di spostarsi da un ufficio all’altro, specie considerando le caratteristiche del nostro territorio regionale e le carenze infrastrutturali e nei trasporti pubblici”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Ubaldo Pagano, parlamentare nazionale PD, Gianluca Budano consigliere nazionale Acli, ed i parlamentari regionali Nello Dipasquale del Partito democratico e Giuseppe Galluzzo di Diventerà Bellissima
“E’ una proposta di legge che deve essere inquadrata in un’azione di sistema – ha sottolineato Ubaldo Pagano, parlamentare nazionale e componente della commissione Affari sociali, infanzia ed adolescenza – e deve mettere a fuoco un’idea ben precisa di famiglia. Per noi la famiglia è una ‘comunità in sedicesimi’, è una ‘microcomunità’. Al Parlamento nazionale stiamo lavorando ad un disegno di legge insieme agli altri gruppi di opposizione, e guardiamo con attenzione a quello che sta avvenendo in Sicilia ed all’impegno di chi risponde con proposte concrete per offrire servizi ai cittadini, a chi porta avanti un dibattito che sembra basato su un concetto di famiglia dell’800”.
“ Grazie a questo disegno di legge – ha aggiunto Gianluca Budano, consigliere nazionale Acli con delega alla Famiglia – sarà possibile riorganizzare l’intera offerta di servizi socio-assistenziali, sanitari ed educativi di un intero territorio, ma sarà necessaria la collaborazione fra diverse amministrazioni ed enti locali. L’obiettivo è modernizzare il welfare per andare incontro alle reali esigenze dei cittadini”.
“Soprattutto su un tema come questo – ha continuato Nello Dipasquale, parlamentare regionale del PD – c’è bisogno di andare al di là degli schieramenti politici: bisogna sedersi tutti attorno ad un tavolo, coinvolgendo anche il governo regionale, e portare avanti questa riforma in un settore centrale per la vita dei cittadini”.
“Il Sicilia la famiglia è il principale asse portante nella società – ha concluso Giuseppe Galluzzo, parlamentare regionale di Diventerà Bellissima – anche dal punto di vista economico considerato che il dramma occupazionale è prima di tutto un dramma sociale”.
Siracusa, 2 aprile 2019 – “Grazie al progetto <<A Companion animal is for life>>, realizzato da Almo Nature Fondazione Capellino, sono stati distribuiti oltre 700 kg di croccantini a Carlentini e più di 1000 kg a Sortino a favore di cani e gatti randagi”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
Siracusa, 31 marzo 2019 – “Al di là dei soliti proclami e della faciloneria tipica di certa politica, la delibera di Giunta Regionale con la quale si cambierebbe la destinazione di 1,4 milioni di euro, fondi del <<Patto per il Sud>>, dall’emergenza discarica di contrada Portella Arena del Comune di Messina alla rimozione della cenere di pirite della penisola Magnisi a Priolo Gargallo, pur essendo arrivata in Giunta, non è stata ancora deliberata”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
Siracusa, 25 marzo 2019 – “L’atteggiamento del Governo Regionale che da un lato recepisce il mio emendamento alla Finanziaria sulla gestione degli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione e poi non lo applica dimostra una schizofrenia francamente inaccettabile”.
A parlare è l’On. Giovanni Cafeo, a margine della conferenza stampa indetta questa mattina nella sede della Segreteria Politica di Siracusa sulle vicende riguardanti IAS e l’impianto di depurazione di Priolo Gargallo.
Palermo, 19 marzo 2019 – “Questa mattina si è svolta, come annunciato nei giorni scorsi, la seduta congiunta della III e V Commissione ARS per affrontare il tema legato alle sorti dei lavoratori Acqua Azzurra di Pachino”.
A darne notizie è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive. La vicenda riguarda gli ingenti danni, pari a oltre 16 milioni di euro, dovuti al maltempo e alle mareggiate della fine dello scorso febbraio che hanno interessato lo stabilimento di acquacoltura di Pachino “Acqua Azzurra”.
Siracusa, 19 marzo 2019 – “L’idea di espansione turistica e investimento sulla cultura che il Sindaco Italia sembra aver previsto per Siracusa non solo mi vede d’accordo ma sono pronto, da qui in avanti, ad affiancarlo in prima linea per rilanciare l’immagine turistica della città. Questo però non potrà in nessun caso avvenire a scapito dei commercianti siracusani di Casina Cuti”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione Attività Produttive, commentando la ventilata ipotesi di uno spostamento della biglietteria dell’area archeologica di Siracusa dall’attuale sede di Casina Cuti alla basilica di S. Nicolò, interna al parco.
Foto di Siracusa News
Siracusa, 16 marzo 2019 – “Inaccettabile che dopo 14 anni si parli ancora di rinvio per un’opera strategica come l’autostrada Ragusa – Catania. Ai sindaci di Lentini, Carlentini, Francofonte, Licodia Eubea, Vizzini e Chiaramonte Gulfi oggi riuniti in una simbolica conferenza stampa proprio nel luogo della SS194, in territorio di Francofonte, dove è accaduto l’ultimo incidente, va il mio personale sostegno”.
Ad intervenire è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, commentando la recente decisione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica di rinviare nuovamente la realizzazione dell’opera.
Pachino (SR), 12 marzo 2019 – La vicenda riguardante la completa distruzione dell’impianto di acquacoltura di Pachino “Acqua Azzurra” in seguito agli ultimi catastrofici eventi meteo che hanno interessato la Sicilia sud-orientale è al centro dell’attenzione dell’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, presente all’assemblea dei lavoratori tenuta nelle strutture produttive di Acqua Azzurrra lo scorso lunedì 11 marzo.
“Al di là della grave situazione economica che ha investito l’azienda, con danni per oltre 17 milioni di euro – spiega l’On. Cafeo – è evidente che il nostro territorio non potrebbe sopportare un ulteriore rischio sociale legato alla perdita di 95 posti di lavoro”.
Siracusa, 5 marzo 2019 – “Il Governo Regionale ha annunciato un piano straordinario per la viabilità siciliana che riguarda anche la provincia di Siracusa per un totale di 5 interventi dal valore di 11 milioni e 133 mila euro”.
Lo comunica l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
Siracusa, 4 marzo 2019 – “Le primarie svolte nella giornata di ieri, domenica 3 marzo hanno rappresentato un successo di partecipazione popolare ben più ampio di ogni previsione, segnale inequivocabile della grande voglia di democrazia che attraversa la spina dorsale del Paese”.
A parlare è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, commentando il risultato delle Primarie del PD che ha assegnato a Nicola Zingaretti la Segreteria Nazionale.
Siracusa, 25 febbraio 2019 – Dopo due giorni di condizioni meteo avverse, con venti di burrasca che hanno devastato l’intero territorio da nord a sud della provincia, interviene l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
Palermo, 19 febbraio 2019 – “Dal doppio incontro di ieri con il presidente Musumeci con al centro argomento importantissimi per il nostro territorio arrivano notizie interessanti e tutto sommato positive, ma deve essere chiaro a tutti che siamo ancora a metà strada e molto c’è ancora da fare”. Lo ha detto il deputato regionale del partito democratico Giovanni Cafeo, al termine dei due vertici, il primo con gli altri deputati regionali nel corso del quale si è discusso della situazione delle ex Provincie regionali, e il secondo tutto concentrato sul nostro territorio e sulla localizzazione del nuovo ospedale cittadino.
Palermo, 12 febbraio 2019 – Governo battuto in Aula sull’emendamento, proposto dall’assessore Lagalla, che limitava la rappresentatività degli studenti all’interno del Consigli di amministrazione dell’ERSU.
“Adesso, grazie alla proposta inserita in Finanziaria, l’associazionismo universitario tornerà protagonista di maggioranza all’interno dell’Ente regionale per il Diritto allo Studio, nato per difendere i diritti degli studenti, che per troppi anni ha vissuto gestioni commissariali”.
Lo affermano in una nota congiunta i deputati del Partito Democratico Luca Sammartino, Giovanni Cafeo e Michele Catanzaro.
Siracusa, 29 gennaio 2019 – “Nella giornata di oggi il Presidente del Partito Democratico, l’On. Matteo Orfini insieme all’On. Fausto Raciti, accompagnati dall’avvocato Giuseppe Calvo hanno presentato un esposto alla Procura di Siracusa contro il Governo Nazionale”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive commentando la vicenda della nave SeaWatch 3 ancorata al largo di Siracusa.
Siracusa, 24 gennaio 2019 – “Il raddoppio dei posti letto nei reparti di rianimazione degli ospedali di Avola e Lentini è certamente una buona notizia”.
Ad intervenire è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, commentando la notizia resa nota ufficialmente da un comunicato stampa dell’ASP di Siracusa lo scorso 22 gennaio.
di MARCO DAMILANO
L’Europa muore a Samos, nell’isola che fu culla della filosofia greca, il luogo di nascita di Pitagora e di Epicuro, il primo porto del Mediterraneo, secondo Erodoto, a un chilometro e mezzo dalla Turchia. L’Europa muore a Samos, come si era fermata a Lampedusa. E si impaluda tra Bruxelles e Westminster, l’aula del Parlamento inglese le cui fondamenta posano sul terreno limaccioso in riva al fiume Tamigi, per secoli è stata il faro della democrazia liberale e parlamentare, oggi si è trasformata nel regno del caos. L’Europa muore a Danzica, la città del destino per l’intero continente. Nel 1939 fece da involontario pretesto per l’invasione hitleriana della Polonia, mentre le classi dirigenti democratiche si dissolvevano nei bizantinismi e nella viltà. Morire per Danzica non si può, decretò un deputato socialista francese, Marcel Déat: combattiamo insieme per i valori comuni, certo, la libertà e la pace, come no, ma morire per Danzica, questo no.
Nel 1980 a Danzica il regime comunista conobbe la prima crepa, con il riconoscimento del primo sindacato autonomo dal partito e dello Stato, a firmare l’accordo fu un elettricista baffuto chiamato Lech Walesa, sulla penna enorme c’era il ritratto di Karol Wojtyla, il papa polacco Giovanni Paolo II, e fu il primo passo verso la caduta del muro, nel 1989. Nelle prime settimane di questo 2019 a Danzica è stato accoltellato a morte il sindaco Pawel Adamowicz, da uno squilibrato, un lupo solitario come tanti nella storia, che però sanno vedere benissimo dove corrono gli eventi, fiutano il sangue nella direzione del vento. E oggi il vento soffia verso di là: la legge repressiva invece della giustizia, come scrive Massimo Cacciari, una sostituzione ammessa dai nuovi politici del popolo che anticipa la catastrofe, la confusione, la babele degli Stati e dei loro piccoli confini, la meschinità degli egoismi nazionali e delle classi dirigenti imbelli e incapaci di controllare la situazione. Nell’aula di Westminster, ottant’anni fa, quando Hitler aveva già chiarito le sue intenzioni aggressive, risuonarono le parole del premier Neville Chamberlain, nel suo discorso davanti alla Camera dei comuni parlava di Danzica come di una città «etnicamente» quasi del tutto tedesca, per poi aggiungere, incredibilmente: «L’attuale assetto di Danzica non può essere considerato ingiusto o illogico, se vi fosse un’atmosfera più serena si potrebbe anche discutere qualche possibile miglioramento. Il Cancelliere tedesco, parlando al Reichstag, ha affermato che qualora il governo polacco desiderasse discutere nuovi accordi con la Germania per migliorare le relazioni tra i due Paesi, egli ne sarebbe felice». Era il 10 luglio 1939, alla dichiarazione di guerra mancavano meno di due mesi.
Oggi Danzica e Westminster tornano a incrociarsi. Il referendum sulla Brexit è stato l’evento più importante dopo la fine del conflitto mondiale. Una caduta del muro di Berlino alla rovescia. L’irrompere dell’irrazionalità nella storia che scatena la reazione a catena: l’impossibilità delle classi dirigenti di dirigere, vedi il dialogo tra il governo inglese e l’Unione europea, il buio di prospettiva, con il no deal, l’assenza di accordo, che è un’eventualità concreta almeno quanto la ripetizione del referendum, il moltiplicarsi del particolare, la sensazione che tutto possa andare fuori controllo. I migranti, in questa vicenda, sono il nemico interno, la benzina della paura che spinge il motore delle nuove destre. È in questo contesto che si collocano, in Italia, le parate e i silenzi, le antiche e nuove trame nere di cui parlano nella loro inchiesta Paolo Biondani, Federico Marconi e Giovanni Tizian. In questa Europa che muore ci sono i piccoli interessi di contabilità, il programma dei Cinque Stelle che attacca la casta di Strasburgo e gli sprechi, non il primo problema in questa crisi epocale. E quelli dell’Europa delle piccole patrie che sfilano con la divisa di Matteo Salvini: le divise degli uomini dello Stato che uniscono tutti utilizzate come bandiera di divisione.
L’Europa muore, ma noi non possiamo rassegnarci. La vecchia Europa che muore lascia spazio alla rinascita. Di un pensiero politico fondato sulla ragione, in grado di usare le parole che in tanti lettori ci hanno mandato, capace di parlare al sentimento popolare, un popolo che non è un tutto indistinto, come pensano i populisti e sovranisti, ma sono persone unite dai loro valori, in grado di unirsi per una battaglia comune. Adamowicz come Jo Cox, come Antonio Megalizzi: c’è una traccia di sangue che unisce gli eroi della nuova Europa. I nuovi partigiani della futura resistenza, del progetto politico che vale una generazione: l’Europa che rinasce.
Fonte: espresso.repubblica.it
Siracusa, 22 gennaio 2019 – “Urla, sfottò e toni quanto meno infantili sembrano caratterizzare in questi giorni il dibattito in città attorno alla nuova rete ospedaliera approvata dalla Regione Siciliana”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
Palermo, 19 gennaio 2019 – “È stato recepito integralmente dal Governo Regionale il mio emendamento riguardante la gestione degli impianti idrici, fognari e di depurazioni di proprietà dei consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale della Sicilia in liquidazione”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, commentando il DDL Collegato alla Legge di Stabilità Regionale 2019 esitato lo scorso 13 gennaio dalla Giunta Regionale.
Palermo, 11 gennaio 2019 – “Ho presentato all’Assemblea Regionale Siciliana lo scorso mercoledì 9 gennaio il DDL avente per titolo <<Interventi per la promozione del modello economico dell’economia circolare ed Istituzione dell’osservatorio regionale euro-mediterraneo sull’economia circolare>>”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
Siracusa, 5 gennaio 2019 – Un anno, questo 2018 appena trascorso, importante per cominciare a familiarizzare con la complessa macchina dell’Assemblea Regionale, con numerose battaglie sostenute ma soprattutto con l’intenzione, per il 2019, di dare seguito a quanto fin qui prodotto, lavorando in sinergia con gli attori locali per lo sviluppo del territorio e per la tutela dei diritti.
Questi in estrema sintesi i contenuti della conferenza stampa indetta oggi dall’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, nella nuova sede della segreteria politica a Siracusa.
Cinque milioni per investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre il rischio di calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici cui possono essere soggette le colture agrarie. Lo prevede il bando del Piano di Sviluppo Rurale 2014-20 pubblicato sul sito del Psr e destinati a imprenditori singoli o associati e a enti pubblici delegati in materia di bonifica.
Si potranno realizzare investimenti destinati alla dotazione di impianti antigrandine e alla difesa da frane, al miglioramento delle infrastrutture per una migliore regimentazione delle acque ed evitare, quindi, rischi di inondazione, alluvioni ed esondazioni, all’adeguamento di strutture serricole già esistenti, per incrementare il livello di protezione fitosanitaria delle piante e l’acquisto di reti antinsetto. «Prevenire – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – è meglio che curare. In questo modo, gli imprenditori potranno anche con piccoli investimenti riuscire a mettere in campo correttivi per ridurre al minimo eventuali costi di ripristino, evitando così le lunghe trafile per ottenere, invece, dopo molto tempo solo magri risarcimenti. Auspichiamo, quindi, che ci possa essere grande interesse per questa misura del Programma di sviluppo rurale».
Le domande di partecipazione potranno essere caricate sul portale Sian dell’Agea dal 24 gennaio al 9 maggio. Entro dieci giorni dalla presentazione online, la copia cartacea dovrà essere inviata all’Ispettorato dell’Agricoltura competente per territorio. Per gli interventi che hanno una finalità di prevenzione delle calamità naturali, di origine abiotica, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici, la spesa minima ammissibile è di 30 mila euro, quella massima di 150 mila euro. Per gli imprenditori agricoli associati e per gli enti pubblici (Consorzi di Bonifica), il tetto del finanziamento è di 600 mila euro. Nel caso di prevenzione delle fitopatie, il sostegno è pari all’80% dei costi ammissibili (tra 10 e 150 mila euro).
Anche in questo caso, per il gli imprenditori agricoli associati spesa massima per intervento di 600 mila euro. Il bando relativo alla sottomisura 5.1 del Psr Sicilia 2014-2010 è scaricabile sul sito www.psrsicilia.it alla voce news. «Si tratta di un bando molto atteso – afferma l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera – poiché sono tutte azioni volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità, che rendono gli operatori del settore particolarmente esposti a perdite del potenziale produttivo agricolo, accessibilità e fruibilità del territorio, nonché a elevati costi di ripristino».
Fonte: siciliarurale.eu
Palermo, 19 dicembre 2018 – “Oggi pomeriggio è stata approvata all’unanimità all’ARS la legge che istituisce le nuove <<Norme per la promozione, il sostegno e lo sviluppo delle cooperative di comunità nel territorio siciliano>>”.
A darne la notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
Palermo, 6 dicembre 2018 – “Avevo già reso noto pochi giorni addietro quanto fosse paradossale il DDL sulle variazioni di Bilancio 2018 in discussione in questi giorni, viste le esigue risorse a disposizione, oggi però ne ho avuto un’ulteriore conferma, con la decisione incredibile del Governo di rimuovere i fondi per il Reddito di Libertà”.
A parlare è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, commentando la decisione di del Governo che ha tagliato i fondi per l’attuazione della Legge sul Reddito di Libertà.
Palermo, 2 dicembre 2018 – “La discussione sul DDL riguardante le variazioni di Bilancio 2018 prevista per domani in Commissione di fatto appare più una perdita di tempo che altro”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione Attività Produttive all’ARS.
Palermo, 28 novembre 2018 – “Sono state accolte dall’assessorato all’Agricoltura le istanze presentate insieme all’On. Catanzaro riguardanti lo sblocco delle misure 6.1 e 4.3.1 del PSR Sicilia 2014-2020”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione Attività Produttive ARS.
BRUXELLES – La Commissione europea ha deciso di innalzare da 15mila a 20mila euro, con deroghe fino a 25mila euro, in un triennio, il tetto degli aiuti ‘de minimis’ che uno Stato membro può concedere a ogni azienda agricola senza il preventivo via libera di Bruxelles. Secondo Bruxelles infatti il regime ‘de minimis’ ha dimostrato di essere particolarmente utile in tempi di crisi in quanto permette una reazione veloce per aiutare gli agricoltori a superare emergenze, come gap di liquidità temporanei. Tuttavia, per evitare distorsioni di mercato, la Commissione europea ha fissato gli importi massimi degli aiuti che uno Stato membro può concedere e limiti dei contributi per settore.
Nel testo, pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue, si precisa che, il massimale dell’aiuto concesso a un’impresa unica nell’arco di un triennio dovrebbe essere elevato a 20mila euro, con un limite nazionale che per l’Italia e’ di 679,7 milioni di euro. Inoltre, di fronte alle necessità espresse da alcuni Stati membri, la Commissione Ue – a determinate condizioni – consente un aumento sia dell’aiuto per azienda, che può essere portato fino a 25mila euro, sia del limite nazionale degli aiuti, che per l’Italia passa ad un totale di 815,6 milioni di euro. In questo caso pero’, gli Stati membri non possono concedere più del 50% dell’importo ad un unico settore produttivo. Inoltre, dovrebbero creare un registro centrale degli aiuti concessi. Il regolamento della Commissione europea entrerà in vigore il prossimo 16 dicembre e si applica fino al 31 dicembre 2027.
Fonte: ansa.it
Palermo, 21 novembre 2018 – “Lo scorso lunedì 19 novembre è stato approvato dalla Giunta regionale Siciliana il regolamento attuativo per il Reddito di Libertà”.
A darne notizia è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive e promotore dell’emendamento alla finanziaria che istituisce il Reddito di Libertà.
di GIANNI TONIOLO
“Solo pensando all’Europa come a un tutto potremo risolvere i suoi problemi» confidò George Marshall ai propri collaboratori. Era il febbraio 1947 e il neo segretario di Stato stava volando da Mosca a Washington. «Mi sono reso conto – disse – che sapevamo come finire la guerra, ma non come per gestire la pace. Sinora abbiamo cercato di risolvere i problemi Paese per Paese, ma non facciamo molti progressi, li risolveremo solo affrontandoli con una visione d’insieme dell’Europa”.
Quattro mesi dopo, il 5 giugno, parlando agli studenti dell’Università di Harvard, Marshall lanciò il piano che prese il suo nome. Il Piano non fu, come molti pensano, un mero flusso di aiuti e prestiti ma lo strumento con il quale gli Stati Uniti avviarono l’Europa sulla via della cooperazione. Si cominciò con l’Oece (Organizzazione per la cooperazione economica europea ), mettendo attorno a un tavolo parigino, per coordinare l’uso degli aiuti statunitensi, i rappresentanti di governi che fino a tre anni prima si erano ferocemente combattuti. I dollari servirono a lanciare, nel 1950, l’Unione europea dei pagamenti, il primo passo della graduale ricostruzione degli scambi multilaterali nel Vecchio continente. L’anno dopo, per la prima volta nella storia, stati sovrani cedettero una parte, ancora molto piccola, della propria sovranità a un’entità sovranazionale, la Ceca. Gli Adenauer, gli Schuman, i De Gasperi non erano né ingenui né poco patriottici, ma sapevano che solo affrontando con successo i problemi dello sviluppo e della sicurezza i nuovi governi europei potevano ritrovare la legittimazione popolare che i loro predecessori avevano perso con la Grande crisi e la guerra. Essi avevano compreso, come Marshall, che sviluppo economico e sicurezza avevano, già allora, dimensioni europee.
A settantuno anni di distanza da quel volo tra Mosca e Washington, l’Europa, allora in rovina, è democratica, prospera, egualitaria come mai prima nella sua storia. Ed è pacifica, un risultato impensabile: il centenario del 1918, ci ricorda che allora la “pace” fu solo una tregua nella seconda guerra dei trent’anni.
In un mondo totalmente cambiato, è ancora vero che i problemi del nostro continente possono essere risolti solo nella dimensione europea? Oppure i singoli Paesi possono oggi affrontare meglio da soli i vecchi problemi della crescita e della sicurezza e quelli nuovi del clima, delle migrazioni, delle catene del valore, della concorrenza delle grandi imprese tecnologiche, della ricerca scientifica? Molti, soprattutto in Italia, sembrano essere di questa opinione. Non la pensano così sei importanti politici e intellettuali tedeschi, tra i quali il filosofo Jürgen Habermas e Friedrich Merz, candidato alla guida della Cdu nelle elezioni di dicembre. Dicono ai loro concittadini di essere fortemente preoccupati per il futuro dell’Europa e della stessa Germania. Vedono in pericolo le conquiste degli ultimi settant’anni per il rialzarsi «della brutta testa del nazionalismo» e la ritirata della solidarietà di fronte all’avanzata dell’egoismo, come se avessimo tutti dimenticato la storia. Non si fermano però alla preoccupazione e alla denuncia: propongono una difesa comune europea, meno costosa e molto più efficiente, e un’assicurazione europea contro la disoccupazione. Sostengono, realisticamente, la necessità di forti compromessi, senza i quali non può esistere democrazia.
Nel 1947, Marshall comprese che i Paesi europei erano troppo deboli per difendersi da soli e già allora troppo piccoli per scrollarsi unilateralmente di dosso l’eredità del protezionismo autarchico che aveva prodotto crisi economica e guerra. Il mondo è oggi, per molti versi, più complesso di quello di allora perché multipolarità e interconnessione hanno reso tutti dipendenti da tutti e per quanto abbiamo vissuto nella Grande recessione e toccato tragicamente in questi giorni per gli esiti di cambiamenti climatici le cui cause non possiamo più lasciare affrontare ai nostri nipoti.
Mentre i britannici si accorgono che è quasi impossibile lasciare l’Unione europea, per ragioni che non sono giuridiche o burocratiche ma economiche e geopolitiche, molti italiani, polacchi, ungheresi si illudono che potrebbero vivere meglio uscendo dall’Unione. Non si rendono conto che dipenderebbero da politiche dettate da altri interessi nazionali, politiche che non potrebbero in alcun modo influenzare, piccola nave “in gran tempesta”.
L’Unione europea ha molti difetti che devono essere migliorati, ma lo si può fare solo dall’interno, dando autorevolezza alla propria voce con comportamenti cooperativi. Ricordando però che molti difetti sono percepiti in un modo a Sud delle Alpi e in quello opposto a Nord, in un modo a Ovest e un altro a Est. Questi possono essere corretti, come dicono Habermas e gli altri, solo con la pazienza dei compromessi proprio perché, malgrado le caricature che se ne fanno, già ora l’Unione europea è una convivenza democratica di interessi e aspirazioni diverse. Così come è stata ed è l’Italia, dall’Unità a oggi. Uscire oggi dall’Unione europea come ieri dall’Italia non migliorerebbe né la vita del Centro-Nord né quella del Mezzogiorno, le renderebbe nella migliore delle ipotesi più precarie.
Fonte: ilsole24ore.com
di MICHELE GUCCIONE
Palermo. La vera spinta alla ripresa dei consumi e, quindi, alla crescita dell’economia può venire, a costo zero per l’ erario, dall’energia prodotta “in casa” da fonti rinnovabili. Le famiglie, le aziende e le P.a. potranno azzerare le bollette elettriche grazie all’installazione di impianti fotovoltaici sui loro tetti e di batterie di accumulo; potranno reimpiegare i soldi risparmiati facendo acquisti e investimenti. Denaro che, oltre ad entrare in circolo sostenendo produzione e consumi, genererà nuova occupazione nella produzione e installazione di impianti. Ossigeno per il Pil italiano e della Sicilia.